

GLI INTERFERENTI ENDOCRINI
La nostra Associazione ha voluto dedicare un accenno importante ai fattori ambientali che possono modificare o bloccare l’azione ormonale sulla persona o addirittura sui suoi discendenti, essendo il feto particolarmente sensibile.
Sin dagli anni '70 i loro effetti sono stati osservati e solo dal 2010 sono stati presi provvedimenti (per esempio contro il bisfenol A (BPA) che si ritrova nella plastica e che possiede effetti deleteri sugli estrogeni).
Quanto segue è un estratto del libro francese “Perturbateurs Endocriniens” dell’autrice Dott.ssa Valérie Foussier, Ed. J. Lyon. Senza allarmarsi oltre misura, è comunque saggio esser consapevoli di tali interferenti ambientali e della loro azione più o meno dannosa sul corpo umano.
Questi interferenti endocrini ambientali avrebbero effetti sul cervello, la crescita, l’immunità, e gli organi riproduttivi.
Il termine di “interferente endocrino” oppure “pertubatore endocrino” viene dalla traduzione inglese “endocrine Disruptor”, fu definito nel 1991 da T. COLBORN, -Prof.ssa di zoologia nel Colorado- e si riferisce ad ogni agente chimico che abbia proprietà ormono-mimetica provocando anomalie fisiologiche. Questa sigla fu anche adoperata dall’OMS (Organizzazione Mondiale per la Salute) e dall’Unione Europea.
Più di 800 prodotti possiedono questa caratteristica.
Un interferente endocrino è, secondo l’OMS, “una sostanza chimica naturale o sintetica, estranea all’organismo e suscettibile di interferire con il funzionamento del sistema endocrino e indurre così effetti deleteri in questo organismo”.
Per esempio possono essere di origine naturale: gli ormoni e i fito-estrogeni presenti nella soia.
Possono essere nei prodotti di consumo quotidiano: ne troviamo dappertutto, nell’aria, nell’acqua, alimenti, ecc.
Questi perturbatori hanno diversi modi di azione e possono influenzare sia la sintesi, la secrezione, il trasporto, lo stoccaggio, il rilascio, l’azione o l’eliminazione degli ormoni. Può perturbare anche la regolazione di altri fattori sotto dipendenza degli ormoni e possono creare disturbo nello sviluppo, nella riproduzione, e certi tipi di carcinoma. Possono anche provocare obesità e diabete.
Ci sono tre classi di perturbatori:
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Quelli che pregiudicano l’attività degli estrogeni, di origine naturale o sintetica
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Quelli che coinvolgono gli ormoni tiroidei.
Composti naturali:
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mico-estrogeni, fito.estrogeni, 17-ß-estradiol
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Composti sintetici con attività estrogenica:
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Antiossidanti
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Composti orgaometallici
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Detergenti ed agenti umidificanti,
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Pesticidi, (DDT, HCH, PCDD)
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Plastici (alchifenoli, nonifenoli, ftalati)
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Policloro-Bifenile (PCB)
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Medicine a base di estrogeni (DES) e le 17- ß -estradiol (per le donne in menopausa, THM) e 17 ß-etinilestradiol (utilizzato nella pillola contracettiva).
Interferenti endocrini che pregiudicano l’attività degli ormoni tiroidei:
Gli ormoni tiroidei hanno un ruolo centrale nella crescita, nel metabolismo, la termoregolazione, la riproduzione, lo sviluppo del sistema cardio-vascolare.
Gli interferenti che agiscono su questo sistema provocheranno disordini neuropsichici importanti, soprattutto quando l’esposizione avviene in utero. I maggiori interferenti responsabili: sono:
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Perclorati, componenti polibromurati (ritardatori di fiamma), ftalati, diossine, parabene; altri sono sospettati: quali il piombo, neurotossico che altera la spermatogenesi e il mercurio associato all’infertilità e all’autismo.